Questa mostra, inaugurata venerdì 21 gennaio e che proseguirà fino al 26 febbraio 2011 vuole essere un omaggio per il centenario della nascita di José María Arguedas.
Attraverso gli scatti fotografici dedicati al famoso scrittore, ritratto con intellettuali e amici, fulcro dell’esposizione, ritroviamo anche le immagini di un altro Arguedas, etnologo, meno conosciuto, ma altrettanto significative, queste lo ritraggono durante i suoi viaggi nelle ande.
La storia creativa di questo scrittore la si può comprendere ripercorrendo quella che è la sua storia personale, etnologo, appunto, ma soprattutto narratore, nato nel 1911, nel parte del Perù più povera Andahuaylas,  la provincia più popolosa della regione dell’Apurimac; la sua lingua fu il quechua, idioma della madre, anche se la sua capacità di esprimere in spagnolo il contrasto tra le due culture in cui lui viveva, i “bianchi” e gli Indios, non ha eguali. Tra le sue opere di maggior fama ritroviamo Los rìos profundos, autobiografia nella quale emerge preponderante il suo richiamo alla natura “abbandonata” per proseguire i suoi studi a Lima.

Fonti: Museo Pigorini

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