Dal 2009, il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” condivide con alcuni tra i più importanti musei etnografici europei la partecipazione a un progetto pluriennale denominato RIME – Réseau International des Musées d’Ethnographie. L’idea del progetto è nata dal lavoro svolto in questi anni dalla rete europea dei Direttori dei musei etnografici (EEMDGEuropean Ethnology Museum Directors Group), costituita nel 1999 con lo scopo di promuovere lo scambio di buone pratiche nei diversi campi d’azione istituzionale. La società del XXI secolo è attraversata da flussi interculturali che stanno trasformando la fisionomia dell’Europa e che chiamano i musei etnografici a rinnovare la loro missione proponendo nuove possibilità di interpretazione e di fruizione del patrimonio antropologico. Il progetto RIME, finanziato dal Programma Cultura della UE 2007-2013, mira al consolidamento e all’allargamento di una rete permanente dei musei etnografici europei, finalizzata alla condivisione di esperienze e  pratiche di valorizzazione delle collezioni e alla comune promozione della diversità culturale. In questo contesto il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” collabora attivamente alla produzione di incontri specialistici di approfondimento e discussione, di  pubblicazioni e mostre intorno ai temi ed alle pratiche museografiche che maggiormente impegnano i musei etnografici nel contemporaneo.

[S]oggetti migranti: il programma si inscrive in un accordo di cooperazione tra il Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles), il Musée du Quai Branly di Parigi, il Völkskundemuseum di Amburgo e il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, che in questa seconda esperienza svolge il ruolo di capo fila. Le quattro istituzioni condividono la realizzazione di alcune pratiche di museografia collaborative che si concretizzano nei seguenti momenti:

  • laboratori sul tema degli oggetti migranti nelle diverse sedi museali;
  • una giornata del patrimonio migrante a Tervuren;
  • un atelier scientifico a Parigi;
  • una mostra per il largo pubblico a Roma.

A questo progetto è impegnato un gruppo di lavoro costituito da etnoantropologi del Museo Pigorini, collaboratori e rappresentanti delle associazioni della diaspora africana, cinese, peruviana, marocchina, filippina, messicana. Già da gennaio – ottobre 2011: un ciclo di incontri sui temi del patrimonio culturale e dell’oggetto migrante. Nelle collezioni del museo verranno individuati alcuni oggetti e selezionate “storie” di personaggi (collezionisti, viaggiatori, militari, etc.) che testimoniano della migrazione “vissuta” dagli oggetti. Le diaspore saranno invitate ad “adottare” alcuni reperti e a proporre l’analisi di propri “oggetti migranti” adottando criteri di rappresentatività sia sociale sia individual

  • Nei seminari si cercherà di condividere le motivazioni della scelta che potranno essere esplicitate al gruppo in diverse forme espressive documentabili (narrazione orale, racconto scritto, scheda, percorso per immagini, musica etc.) e potrà scaturire sia dal vissuto personale della persona coinvolta (rapporto emozionale con l’oggetto) sia da scelte politiche generali (condizioni del migrante) o particolari (vita della propria comunità).
  • novembre 2011: i contenuti dell’esperienza scaturita dalla collaborazione tra curatori e diaspore nel corso dei seminari verranno presentati a in occasione di un laboratorio tecnico-scientifico di tre giorni al quale parteciperanno i partner degli altri musei etnografici europei.
  • giugno – novembre 2012: presentazione al grande pubblico dell’esposizione [S]oggetti migranti.


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